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Euribor: come cambierà il tasso di riferimento

Pubblicato il 14/09/2017

Aggiornato il 20/10/2017

Euribor: come cambierà il tasso di riferimento

C’è grande fermento, in realtà c’era già prima delle vacanze estive, in merito ad una notizia che è circolata rapidamente, destando l’interesse di investitori e consumatori.

L’Emmi (European Money Market Institute) sta valutando la revisione dell’indice Euribor, con l’obiettivo di offrire entro fine anno una riparametrazione volta a garantire affidabilità e solidità.

Il vecchio Euribor andrà in pensione? E’ presto per dirlo, anche se, nelle parole del Segretario Generale dell’Emmi Guido Ravoet, le intenzioni ci sono tutte: “l’obiettivo che ci siamo dati è quello di avere una versione definitiva del nuovo schema entro la fine del 2017”.

Delle possibili modifiche dell’Euribor avevamo parlato a giugno, nella news "Euribor: mini guida e novità".

Facendo un rapido excursus, possiamo dire che l’attuale metodo di calcolo prevede una rilevazione giornaliera da parte della European Banking Federation, con una media dei tassi interbancari comunicati da un panel di diversi istituti europei, selezionati per dimensioni e rating. Queste informazioni sono basate sulle negoziazioni del circuito interbancario degli scambi di depositi e sono profondamente influenzate dalla volatilità dei mercati.

Per dare un quadro completo ai nostri lettori, va detto che, nel calcolo del tasso applicato, all’indice Euribor, calcolato a 1,3 o 6 mesi, va aggiunto uno spread, variabile da banca a banca. Il divisore può essere base 360 o 365 a seconda che si consideri l’anno commerciale o solare.

Gli indici vengono adeguati sulla base delle attese di mercato: se ad esempio si prevede un rialzo dei tassi, quelli a breve scadenza subiranno una minor influenza rispetto a quelli di durata maggiore.

L’obiettivo dell’Emmi è di ampliare il campione di riferimento, ad oggi composto da venti banche, per garantire maggiore solidità.

Dopo un primo tentativo di elaborazione basato sulle sole transazioni di mercato, subito scartato perchè troppo volatile, nei mesi ci si è sempre più convinti della tesi dell’ibrido (a questo proposito vi invitiamo anche a leggere la news "Euribor: spunta la tesi dell’ibrido").

Le ultime notizie vogliono gli esperti dell’Emmi impegnati nello studio di una soluzione che abbini due differenti parametri: da un lato le transazioni di mercato e dall’altro dati sostitutivi, nel caso in cui le transazioni non siano sufficientemente attendibili per il calcolo.

Ad oggi l’empasse è proprio questa: gestire una maggior volatilità, incrementata dall’estensione del panel, garantendo contemporaneamente affidabilità.

In molti auspicano un intervento diretto della Bce, a regolamentare questa iniziativa che sicuramente avrà impatti rivoluzionari nel medio-lungo periodo.

Sicuramente il compito della task force dell’Emmi è delicatissimo, visto che gli analisti sono chiamati a trovare una soluzione che modificherà migliaia di contratti e centinaia di algoritmi. Basti pensare che, ad oggi, al tasso sono agganciati 180mila miliardi di euro (inclusi mille miliardi di mutui).

Di sicuro, se la manovra andasse in porto, potrebbero esserci ripercussioni positive sui mercati e sugli andamenti. Attualmente i mutui a tasso variabile stanno vivendo un periodo di ripresa, dopo mesi di predominio pressochè assoluto del tasso fisso.

Nella news "Tassi ai minimi storici: torna a far gola il variabile" abbiamo evidenziato come il momento sia estremamente propizio per i mutuatari interessati a questa tipologia di prodotti.

Gli analisti hanno ipotizzato che l’Euribor possa mantenersi sotto l’1% fino al 2022, rendendo i mutui a tasso variabile una scelta interessante, soprattutto per chi si appresta a richiedere un finanziamento di media durata.

Qui di seguito vi offriamo una panoramica delle migliori offerte al 7 settembre, ipotizzando l’acquisto di un immobile a Roma, con una richiesta di 310.000 euro per un valore di 470.000, con durata del mutuo pari a 30 anni, a tasso variabile.

L’offerta al momento più conveniente è Mutuo Pratico a Tasso Variabile di Deutsche Bank, con rata mensile di 991,40 euro e Taeg 1,01%. Le spese di istruttoria ammontano a 950 euro, quelle di perizia a 390.

A seguire troviamo la proposta di Widiba, con una rata mensile di 997,08 euro e Taeg 1,02%.
In questo caso non sono previste spese di istruttoria o perizia.

Infine segnaliamo Mutuo Valore Tuo di Unicredit, con rata mensile di 992,39 euro e Taeg 1,07%. L’istruttoria ammonta a 500 euro, la perizia a 211,06 euro, con spese periodiche gratuite.

A cura di: Alessia De Falco

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