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Investire con la nuda proprietà

19/03/2017
Investire con la nuda proprietà

Ce lo siamo chiesti qualche tempo fa, in "E' il mattone l'investimento ideale per gli italiani?", quando a chiusura di un anno fortunato per il mercato immobiliare e per i mutui, abbiamo parlato di quanto convenisse impiegare i risparmi nel mattone anche alla luce dei bassi prezzi e dei tassi d'interesse al minimo storico che hanno favorito le richieste di mutuo.

I dati che arrivano dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa confermano, in un momento di incertezza del quadro economico, una crescita dell’interesse degli italiani per investire negli immobili. Secondo la ricerca, sul totale degli acquisti effettuati nel 2016 con la formula della nuda proprietà, solo il 21% avrebbe come scopo far diventare quegli immobili abitazione principale, mentre il 79% ha avuto come finalità l’investimento a lungo termine, dato in crescita dal 2014 che aveva segnato il 70,9% di compravendite con questa finalità, percentuale cresciuta nel 2015 al 77,5%.

Ricordiamo che l’acquisto in nuda proprietà comporta l’acquisizione della proprietà dell’immobile, ma non l’usufrutto, che resta invece al vecchio proprietario vita natural durante. Giuridicamente è  ‘nuda’ la proprietà di un immobile alla quale non si accompagna un diritto reale di godimento del bene.

Chi vende la nuda proprietà incassa subito un capitale, potendo far fronte nella maggioranza dei casi a un tenore di vita migliore, oppure a spese che prima non riusciva a sostenere. Dal suo canto, chi acquista lo fa a un prezzo agevolato, che varia proporzionalmente all’età dell’usufruttuario, mentre durante il periodo necessario a ottenere l’utilizzo dell’immobile, la nuda proprietà si rivaluta.

Per quanto attiene la tassazione dell’immobile da entrambe le parti, questa è ripartita tra i due soggetti nudo proprietario e usufruttuario. Al primo spettano le spese per le straordinarie riparazioni e le imposte che gravano sulla proprietà, mentre sul secondo continuano a gravare le spese di ordinaria manutenzione, quelle di condominio e le imposte sul reddito.

Di fatto, l’indagine dice che l’85,2% di chi vende la propria casa in nuda proprietà lo fa perché necessità di liquidità, inclusa l’esigenza di sostenere i propri figli ancora a carico o aiutarli nella formazione o sostenerli nell’acquisto della casa. Solo il 12,3% cerca di migliorare la propria qualità abitativa. Si vendono principalmente trilocali e quadrilocali, visto che un tempo era normalità per le famiglie acquistare queste metrature, nella stessa identica misura del 30,7%.

L’età di chi vende è superiore a 64 anni nel 77,5% dei casi, la condizione è di single per il 61,7% delle volte, celibi o nubile, divorziato, separato o vedovo. L’età media di chi compra è per il 64,2% fra i 35 e 54 anni, con il 68,1% coniugato. Il Lazio è la regione in cui la formula della nuda proprietà è maggiormente diffusa, seguita da Campania, Lombardia e Piemonte.

Per chi stesse pensando a un investimento in una casa con la formula della nuda proprietà, su MutuiOnline.it è possibile trovare i mutui seconda casa più convenienti del mercato. Il 10 di marzo la soluzione a tasso fisso più conveniente è quella di Mutuo Domus Fisso di Intesa Sanpaolo. La rata da corrispondere ogni mese è di 543,54 euro al Tan dell’1,75% e Taeg 2,16%. Spese di istruttoria e perizia sono rispettivamente di 600 e 320 euro, mentre per la gestione del finanziamento, le filiali sono aperte con orari flessibili.

Se la scelta è quella del tasso variabile, il risparmio migliore arriva da Mutuo Variabile di Webank.it. La rata è di 505,88 euro al Tan dell’1,00% e Taeg 1,21%. Molti i vantaggi con la banca online: le spese, prima di tutto. Quelle di istruttoria, perizia e gestione sono pari a zero e l’assicurazione Incendio e rischi casa, obbligatoria per legge, è gratuita. L’età massima dei richiedenti è di 60 anni e il mutuo deve concludersi al 75° anno di età del richiedente. L’erogazione del mutuo è effettuata su un conto corrente Webank di pari intestazione, ma in qualsiasi momento, il cliente ha facoltà di disporre l’addebito delle rate su un conto di pagamento aperto presso altro intermediario.

A cura di: Paola Campanelli

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