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Meno surroghe e più veri mutui nel 2016

14/04/2016
Meno surroghe e più veri mutui nel 2016

L’entusiasmante performance del credito delle banche nello scorso anno e il mutato atteggiamento di apertura degli istituti erano stati in qualche modo messi in ombra, come sottolineato in chiusura dello scorso anno da MutuiOnline, dalle surroghe e dal tasso fisso, gli asset del mercato immobiliare del 2015.

Il trasferimento del finanziamento a beneficio di un altro istituto di credito consente di negoziare condizioni migliori, come uno spread più basso, oppure passare dal tasso fisso al variabile e viceversa e per questo motivo, in regime di tassi ai minimi della storia, molti di coloro che avevano stipulato un mutuo negli anni di tassi alle stelle hanno approfittato per ricontrattarlo. 

Dopo la regolamentazione con la cosidetta Legge Bersani del 2007 e la successiva Legge Finanziaria del 2008, la crescente corsa alla surroga ha “inquinato” i dati del boom dei mutui, visto che oltre il 60% delle erogazioni ha riguardato non nuove costituzioni ma proprio surroghe.

Con il nuovo anno il fenomeno è inevitabilmente rientrato, e una testimonianza importante è nell’ultimo Osservatorio di MutuiOnline che traccia l’evoluzione del credito nei primi mesi del 2016. È possibile rilevare un gap tra mutui concessi dalle banche, relativi a richieste precedenti evase in questi primi tre mesi dell’anno e richieste effettive che gli utenti hanno avanzato da inizio anno. Le prime rilevano una percentuale di surroghe erogate del 63%, contro il 49,1% di quelle domandate. La restante parte in questo primo periodo dell’anno è poi così distribuita: il 39,9% acquisto prima casa (contro il 30,3% rilevato sul lato erogazioni), il 5,2% acquisto seconda casa, 3,3% delle richieste sono per ristrutturazione e costruzione di un immobile e un esiguo 2,5% della domanda per consolidamento e liquidità. 

Per comparare le offerte di surroga dei vari istituti di credito e ricercare le proposte più vantaggiose, MutuiOnline mette a disposizione un prezioso strumento che permette, a coloro che vogliano cambiare il proprio mutuo, di trovare la migliore soluzione in base alle proprie esigenze.

Sempre rimanendo sulle richieste di mutuo da parte degli utenti nei primi mesi del 2016, il tasso più gettonato è ancora quello fisso con un 62,8% sul totale. Segue il tasso variabile con il 31,6% e il variabile con CAP al 3,9%. Una piccolissima percentuale di mutuatari richiede invece il tasso misto, prodotto che aveva visto la sua stagione più fortunata nello stesso periodo del 2013, realizzando una percentuale del 7,5%.

Il 26% dei mutui richiesti ha una durata di 20 anni, ma il 24,2% è tra i 30 e i 40 anni, dato in crescita rispetto agli scorsi semestri. Di fatto su una percentuale così alta di richieste a lungo termine solo il 17,7% è stato effettivamente concesso dalle banche nello stesso periodo. Il resto della domanda si ripartisce tra il 19,6% dei 25 anni e il 18,5% dei 15 anni. Solo l’11,7% dei mutui ha una durata inferiore ai dieci anni.

Si alza di poco l’importo medio richiesto in questa prima parte dell’anno: 127.077 euro contro i 123.774 dello scorso semestre, minimo storico dal 2006. La punta massima era stata raggiunta nel secondo semestre del 2011 con 135.847 euro.

Altro dato interessante rilevato dall’Osservatorio riguarda il loan-to-value, che registra la sua percentuale massima del 29,1% per la classe di valore tra il 70 e l’80%, cresciuta di 3,7 punti percentuali rispetto al semestre precedente. Il 16,4% richiede un finanziamento che copre un valore tra il 41 e il 50% dell’immobile, il 15,9% tra il 60 e il 70% e il 10% fra il 30 e il 40%. Da notare la percentuale del 5,4% di coloro che richiedono di ricoprire con il finanziamento oltre il 90% del valore della casa.

Cresce leggermente anche il numero di mutui richiesti nel nord dell’Italia, è il 37,8% a svantaggio del Centro, che perde lo 0,8% e copre il 39,3% sul totale. Il 15,8% della domanda arriva dal Sud e il 7% dalle Isole.

Si alza l’età media dei richiedenti un mutuo, causa la difficoltà dei giovani a trovare lavoro e l’allungamento dei tempi per raggiungere una solidità economica tale da affrontare un finanziamento a lungo termine. Quasi la metà dei richiedenti, il 45,2%, ha un’età compresa fra i 36 e i 45 anni. Il 26,4% ha tra i 26 e i 35 anni e il 20,3% ha fra i 46 e i 55 anni. Solo un 6,3% domanda un mutuo avendo 55 o più anni.

Il mutuo continua a essere prerogativa di chi ha una situazione lavorativa stabile: l’82,2% è infatti impiegato a tempo indeterminato. Per la parte restante della domanda, il 9,8% è un lavoratore autonomo, il 4,2% un libero professionista e il 2,6% un pensionato. Solo l’1,2% dei richiedenti è un lavoratore atipico.

Se, invece, state cercando la soluzione di mutuo più adatta alle vostre esigenze di spesa, basta anche in questo caso richiedere un preventivo su MutuiOnline.it.

A cura di: Paola Campanelli

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