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Condomini morosi, un fenomeno in crescita

12/05/2015
Condomini morosi, un fenomeno in crescita

Il persistere delle condizioni di crisi e il conseguente aumento delle famiglie in affanno hanno visto nell’ultimo anno crescere il numero di italiani che ha difficoltà ad affrontare le spese condominiali, facendo registrare una morosità a doppie cifre in quasi tutti i capoluoghi.

L’Associazione Confabitare ha analizzato l’andamento del fenomeno tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2014, confrontandolo con l’anno precedente. La sospensione del pagamento delle rate condominiali è aumentata del 33,8% a Bologna, del 33% a Roma e del 32,7% a Napoli; a seguire troviamo Torino con un +31,8%, Milano con un +30%, Catania con un +29,6%, Firenze con un +28% e Genova con un +26,5%. Percentuali significative anche nella macroarea del Nord-Est, con un +21,3% a Padova e un +19% a Venezia.  

Secondo la società Affitto Assicurato, il tempo medio di ritardo nel pagamento delle spese si aggira sui 7 mesi: i dati sulla distribuzione geografica dicono che il fenomeno dei mancati pagamenti è più diffuso al Nord con il 40%, seguito dal Centro con il 33% e dal Sud con il 27%.

La riforma del condominio, entrata in vigore dal 18 giugno 2013, prevede che l’amministratore abbia l'obbligo di rientrare dai mancati incassi nei confronti dei condomini morosi attraverso ricorso per decreto ingiuntivo. Il provvedimento permetterà di non aggravare ulteriormente di spese gli altri condomini come invece accadeva in passato.

La mancata riscossione delle spese condominiali si ripercuote anche sui lavori di straordinaria manutenzione dello stabile, ossia le riparazioni legate alla normale usura provocata dal trascorrere del tempo (come la facciata dello stabile o qualsiasi altra parte comune). A tal proposito, un’indagine dell’Anammi, l’Associazione nazional-europea degli amministratori d'immobili, ha rilevato che i condomini evitano di partecipare alle assemblee per non deliberare su spese necessarie per il decoro e la sicurezza degli edifici.

La tendenza all'assenteismo in assemblea condominiale”, spiega il presidente dell’Anammi, Giuseppe Bica, “non è un semplice fatto di colore, ma un escamotage sempre più utilizzato per sfuggire la possibilità di spese di un certo importo”. Secondo l’Associazione, essendo impossibili da prevedere “questi interventi possono rappresentare spese importanti e, in tempi di crisi, sempre più spesso la soluzione dell'italiano medio è quella di sottrarsi alla spesa non partecipando all'assemblea”.

La maggioranza richiesta per l'approvazione dei lavori straordinari è infatti 'qualificata': il 50% più uno degli intervenuti e i 500 millesimi di proprietà.

Tuttavia, la soluzione migliore sarebbe quella di affrontare il problema insieme all'amministratore: inoltre, discutendo in assemblea, si possono cercare possibilità di risparmio e trovare delle alternative condivise da tutti i condomini.

A cura di: Paola Campanelli

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