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Il futuro del mercato immobiliare

Pubblicato il 07/04/2015

Aggiornato il 18/05/2015

Il futuro del mercato immobiliare

Arriva come un monito la notizia di Bankitalia nell’ultimo rapporto periodico sul mercato immobiliare, quasi a riportare alla realtà dopo le recenti rilevazioni che documentavano la ripresa del settore: il ritorno ai periodi d’oro degli anni Novanta degli immobili non si ripeterà probabilmente mai.

Il motivo si ritrova scritto nel documento stesso: “percorsi che nel passato hanno portato alla forte crescita del settore, difficilmente potranno essere riproposti nel futuro", dichiara Bankitalia. "Il forte ridimensionamento del mercato immobiliare, i conseguenti elevati livelli di invenduto, un contesto demografico meno favorevole del passato, i problemi di accesso al credito di giovani e stranieri, spingono verso modelli di crescita dell'intero comparto immobiliare molto diversi dal passato".

La situazione che si era creata negli anni Novanta, dunque, non potrà mai più ripetersi perché sono cambiati i presupposti della nuova economia.

Il momento di auge del mercato immobiliare era stato dettato negli anni Novanta sia da una trend di carattere internazionale, sia da un reale incremento demografico della popolazione, tanto da far aumentare i prezzi di oltre il 60% tra il 1998 e il 2006 e far segnare un +75% sugli acquisti di immobili.

La crescita è continuata fino al primo semestre del 2008, momento in cui c’è stato un assestamento e quindi, a seguire, il ristagno fino a tutto il 2011.

La crisi avrà inizio solo nel 2012 e porterà tra il 2012 e il 2013 a un meno 20% dei prezzi rispetto al 2007, oltre che al dimezzamento degli acquisti e un invenduto di 500 mila unità soltanto nel 2012.

La difficile congiuntura storica del mercato del lavoro rende per i giovani faticoso provvedere in maniera autonoma all’acquisto di una casa; contemporaneamente, l’accesso al credito è diversamente controllato da parte degli istituti di credito. Tutti fattori che hanno portato e continueranno a determinare una mutata situazione del mercato.

Negli anni a venire prevarranno modelli alternativi di mercato degli immobili: non più solo nuove abitazioni, ma piuttosto nuovi servizi abitativi. E quindi affitti, formule a metà tra l’affitto e la proprietà (rent to buy, help to buy, buy to rent, ad esempio), social housing, vale a dire la vendita o l'affitto a determinate fasce di popolazione secondo regole "diverse" da quelle del libero mercato.

Oltretutto, secondo le analisi dello stesso Istituto, il futuro sarà verso una “crescente attenzione alle tematiche della salvaguardia del paesaggio e delle aree verdi, al miglioramento delle condizioni di sicurezza, alla riqualificazione del patrimonio abitazioni esistenti, al miglioramento dell'efficienza energetica”. Tutto nuovo, dunque e tutto in divenire.

A cura di: Paola Campanelli

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