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Sondaggio sul mercato delle abitazioni in Italia

18/11/2014
Sondaggio sul mercato delle abitazioni in Italia

Nel terzo trimestre del 2014 la quota di agenti che hanno riportato un calo dei prezzi rimane largamente predominante, ma sono emerse indicazioni di una riduzione del divario tra prezzi di domanda e di offerta. Il pessimismo degli operatori circa le prospettive di breve termine del proprio mercato si è attenuato, nonostante le attese di un nuovo calo dei prezzi.

Questi i principali risultati dell’inchiesta trimestrale sul mercato delle abitazioni in Italia condotta congiuntamente dalla Banca d’Italia, da Tecnoborsa e dall’Agenzia delle Entrate (Osservatorio del Mercato Immobiliare).

Le interviste del Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia si sono svolte tra il 26 settembre e il 22 ottobre. Vi hanno partecipato 1.395 agenzie immobiliari. Riportiamo i principali risultati.

Prezzi delle abitazioni: resta stabile il saldo tra le quote di operatori che segnalano un aumento e quelle che riportano una diminuzione dei prezzi di vendita. Nelle aree urbane e in quelle metropolitane il saldo si ridimensiona significativamente a –65,2 e –61,7% (da -70,6 e –70,9 rispettivamente), mentre nelle aree non urbane e non metropolitane aumenta lievemente a –66,3 e –66,7% (da –63,6 e –64,5 di luglio). Anche le quote relative ai giudizi di stabilità dei prezzi si confermano pressoché invariate (al 33,3 dal 32,5%) dalla precedente rilevazione.

Compravendite: La quota di agenti che hanno venduto almeno un’abitazione nel terzo trimestre del 2014 è scesa al 64,4% (68,1 nella precedente indagine). Il risultato, che risente della stagionalità del trimestre estivo, è migliore di quello dello stesso periodo del 2013 (del 59,8%). I giudizi relativi alle condizioni della domanda hanno invece registrato un marginale peggioramento: il saldo tra gli agenti che riportano un aumento e quelli che indicano una diminuzione dei potenziali acquirenti si è leggermente ampliato a –22,7 da –20,5% della precedente rilevazione.

Incarichi a vendere: Il saldo fra le risposte di aumento e di diminuzione delle giacenze di incarichi a vendere è rimasto stabile (al 28,4 %), mentre quello riferito ai nuovi mandati è aumentato (a 19,7%, da 18,1 in luglio). La principale causa di cessazione dell’incarico rimane il divario tra prezzi di domanda e di offerta. Sono tuttavia scese le quote di operatori che segnalano la percezione di prezzi di acquisto ancora troppo elevati (al 58 dal 62,4% della precedente rilevazione) e di offerte troppo basse (al 52,9 dal 55,1%). È tornata a crescere l’incidenza di agenzie che riconducono la decadenza dell’incarico alla difficoltà di reperire un mutuo (al 37,3 dal 34,2%).

Trattative e tempi di vendita: Il margine medio di sconto sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore è rimasto (16,1%). Anche il tempo medio tra l’affidamento del mandato e la vendita dell’immobile si è mantenuto invariato (9,5 mesi).

Modalità di finanziamento degli acquisti: La quota di acquisti finanziati con un mutuo ipotecario è diminuita (al 59,9 dal 62,9% della precedente rilevazione), al pari del rapporto tra prestito e valore dell’immobile (sceso al 59,3 dal 62,1%), interrompendo in entrambi i casi il graduale aumento in atto da circa un anno.

Locazioni: La quota di operatori che ha dichiarato di avere locato almeno un immobile nel terzo trimestre del 2014 è rimasta pressoché invariata, all’83,7% (81,2 un anno prima). È minore l’incidenza di coloro che hanno segnalato una diminuzione dei canoni di locazione (al 52,6 dal 57,7% dell’indagine di luglio), compensata dall’aumento della quota di giudizi di stabilità (al 45,3 dal 39,9%). In linea con la precedente rilevazione, il 61,8% delle agenzie si attendono che i canoni rimarranno invariati nel trimestre in corso, mentre il 37,1 ne prospetta una diminuzione. Il margine medio di sconto sui canoni rispetto alle richieste iniziali del locatore si è confermato intorno al 7,5%. I nuovi incarichi a locare vengono segnalati come stabili dal 59% degli operatori, mentre il saldo fra le risposte di aumento e di diminuzione è rimasto appena positivo (0,8 %).

Le prospettive del mercato in cui operano le agenzie: Le attese degli agenti immobiliari sulle tendenze a breve termine del proprio mercato segnalano un’attenuazione del pessimismo: il saldo negativo fra indicazioni di miglioramento e di peggioramento nel trimestre in corso è stato pari a –20,4 da –26,9% della precedente rilevazione. Anche il saldo sulle attese sui nuovi incarichi a vendere è tornato a salire (a 16), dopo il recente peggioramento nel trimestre estivo (a 4,2), plausibilmente risentendo della stagionalità. Ha tuttavia continuato ad aumentare la quota di operatori che anticipano una diminuzione dei prezzi (al 61,2 dal 55,8%), mentre si è ridotta l’incidenza di coloro che ne prevedono la stabilità (al 38,4 dal 43,6%).

Le prospettive del mercato nazionale delle compravendite: Il saldo negativo dei giudizi sulle prospettive a breve termine nel mercato nazionale è rimasto sostanzialmente stabile (–33,7%). In un orizzonte di medio termine (due anni) il saldo tra giudizi favorevoli e sfavorevoli è invece sceso per il secondo trimestre consecutivo, diventando negativo per il 3,9% (era positivo per 5,4 nella precedente rilevazione); l’incidenza dei giudizi di stabilità è salita al 37,7% (da 34,8).

A cura di: Orsola Mallozzi

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