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Indice di fiducia: la spending review degli italiani

04/11/2014
Indice di fiducia: la spending review degli italiani

Gli italiani tornano a risparmiare. Lo dicono i dati dell’indagine “Global Consumer Confidence” di Nielsen, una fotografia degli ultimi tre mesi sulla fiducia dei consumatori in 60 Paesi del mondo, su un campione di 30.000 individui.

Nel nostro paese cresce la propensione al risparmio e si riduce la percentuale di coloro che dichiaravano, lo scorso anno, di non riuscire a risparmiare a fine mese: il 24% della popolazione contro il 29% del 2013. Il dato europeo è migliore, con il 19% della popolazione che dichiara di avere una capacità di spesa limitata al necessario, dunque capacità di risparmio nulla.

Secondo la ricerca di Nielsen, dopo le spese per i beni di prima necessità, il 39% degli italiani destina la somma rimanente al risparmio. Il 26% invece acquista vestiti, il 25% va in vacanza, il 20% al cinema e al ristorante, il 13% spende il denaro rimanente in tecnologia.

L’autunno toglie poco ottimismo agli italiani riguardo al loro indice di fiducia, facendolo scendere a 47 punti: solo 4 in meno rispetto a quest’estate, ma stabile rispetto allo stesso periodo nel 2013. E rimane stabile anche il sentimento di fiducia in Europa, che registra 98 punti globali. Sarebbero i tedeschi il popolo più ottimista, con 97 di indice di fiducia, seguiti dagli inglesi, con 93 punti.

Inoltre, per il 96% degli italiani la crisi è ancora in atto e per il 60% continuerà il prossimo anno. Uno dei dati peggiori nell’Unione Europea, considerato che in Germania la visione pessimistica coinvolge solo il 42% della popolazione, il 56% in Inghilterra, il 78% in Spagna, l’87% in Francia.

La preoccupazione principale degli italiani? Il lavoro. Il 24% è in ansia per la propria stabilità lavorativa e solo il 15% è soddisfatto della propria situazione finanziaria.

Piccola la percentuale degli ottimisti sulla futura situazione occupazionale: solo il 7% crede in un miglioramento. In generale, la situazione economica del paese è la prima preoccupazione per il 13% degli italiani, seguita dalla difficoltà di conciliare la vita familiare con quella professionale, per il 7%. I debiti affliggono il 7% della popolazione intervistata. Il terrorismo, le guerre, l’immigrazione clandestina costituiscono rispettivamente il pensiero del 4, 3, 5 per cento degli italiani.

In Europa la situazione non è migliore, visto che in media l’11% è preoccupato per la situazione economica generale, il 6% di non riuscire a conciliare la famiglia con la professione, l’8% teme per la propria posizione debitoria.

In ultima analisi, ecco a cosa rinunciano maggiormente gli italiani per far fronte alla situazione di crisi. I vestiti, con un 65% rispetto al 59% del trimestre precedente, sono il primo taglio alla spesa, seguiti dai pasti fuori casa per il 63% (era il 58% lo scorso trimestre). Il 58% ha invece smesso di acquistare alimentari di marca (contro il 54% dello scorso trimestre) e il 57% ha eliminato le serate fuori casa (il 54% nei precedenti tre mesi).

Sembra invece che gli italiani rinuncino meno al divertimento in casa (27% contro il 31% dello scorso trimestre) e ai piaceri dell’alcool (19% contro il 25%). Meno rinunce anche sulle sigarette (16% contro 19% scorso) e sulle auto: solo il 37% dichiara infatti di aver risparmiato su questo bene, mentre nello scorso trimestre il 42% degli italiani lo aveva incluso nella propria spending review.

A cura di: Paola Campanelli

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